Carte in Tavola di Agatha Christie

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Un omicidio commesso… davanti a tutti. Ma nessuno ha visto nulla.

Inizia così uno dei casi più originali di Poirot, dove tutto ruota intorno a… un bridge.

Carte in tavola, uno dei miei gialli preferiti di Agatha Christie, viene pubblicato per la prima volta nel 1936. Una stanza chiusa con quattro sospettati e quattro detective che devono risolvere un omicidio. Hercule Poirot ancora una volta, deve mettere in funzione le sue celluline grigie e risolvere il caso. 

Durante una sorta di esposizione il collezionista e mefistofelico Mr. Shaitana, invita Poirot a una cena a casa sua, dove vuole mostrargli non solo le bellezze che decorano la sua abitazione, ma anche una collezione di potenziali assassini. Eh sì, tra gli invitati a quella cena c’è qualcuno che in passato ha già commesso uno o piú delitti e l’ha fatta franca. Per questo Shaitana invita 4 sospettati e 4 detective, tra cui Poirot, per fare luce sui segreti che lui sa di quelle persone. 

Poirot arrivato alla cena si trova in compagnia di 3 facce familiari: il sovrintendente Battle, la scrittrice di gialli Ariadne Oliver e il colonnello Race. Tutti personaggi già comparsi nei romanzi della Christie.

Dopo cena vengono allestiti due tavoli da bridge. Il primo è composto dai quattro investigatori mentre il secondo dalla Signora Lorrimer, un’anziana lady incallita giocatrice di bridge, il maggiore Despard, uomo d’azione dal passato avventuroso, il dottor Roberts, medico affabile ma sfuggente e la signorina Meredith, giovane riservata dall’aria ingenua. Il bridge non fa per il padrone di casa, il quale decide di mettersi su una poltrona accanto al camino. 

A fine serata, quando alcuni degli invitati stanno per andare via si accorgono che un delitto è stato commesso. Mr. Shaitana è stato ucciso con uno stiletto conficcatogli nel petto. 

Il sovrintendente Battle conduce le indagini e permette ai tre conoscenti di dargli una mano. Così ognuno inizia a indagare per conto proprio per scoprire chi ha ucciso  Mr. Shaitana. Ognuno segue una propria pista e indaga secondo le proprie tecniche. Si intrecciano qui le indagini dei quattro detective i quali scavano a fondo le personalità dei sospettati e del loro passato. È molto affascinante come la struttura della trama diventi sempre piú corposa data da questi approfondimenti psicologici dei quattro personaggi. Poirot indagando sul passato di alcuni dei sospettati si ritrova a dover indagare sui delitti di vecchia data, e dovrà risolvere prima questi per venire a capo di cosa succede ora. 

Questa struttura narrativa rende il romanzo più complesso e intrigante. 

Il giallo è di quelli definiti a camera chiusa, proprio perché il delitto è avvenuto in un luogo chiuso, una stanza e il colpevole è uno dei presenti, nessuno è entrato o uscito. È avvincente lo studio psicologico delle persone e del loro passato. I personaggi sono costruiti in maniera impeccabile (come sempre) e portano sulle spalle ognuno un passato diverso che li contraddistingue. 

Una lettura molto piacevole che scorre in maniera veloce. Apprezzo nei romanzi della Christie quando indaga sulla parte psicologica. Ci sono alcuni riferimenti al gioco del bridge, come per esempio, come si contano i punti. Nonostante non sia una giocatrice di bridge non ho trovato difficile o faticoso seguire questa breve parte. Dopo tutto il titolo del libro è ‘Cards on the table’!

Ho un debole per il personaggio della signora Oliver, mi fa sempre sorridere. È buffa, con i suoi capelli sempre arruffati, ha delle teorie tutte sue ma è in gamba. Sembra possa essere la Christie stessa, ma dubito che nella vita Agatha Christie fosse così!

Se ami i gialli da ‘salotto’ è il libro che fa per te. Perfetto per la lettura di un weekend, durante un viaggio o per stare in compagnia di Poirot. Agatha non delude mai!

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